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Il (da qualcuno) denominato “slang immobiliare”

Giro spesso per siti che parlano di agenzie immobiliari, nel bene e nel male. Faccio questo lavoro da 28 anni e tento di farlo sempre in modo professionale, nel vero senso del termine. Mi rendo conto che esistono loschi figuri che dicono di fare gli agenti immobiliari e creano danni, ma per riconoscerli è necessario che l’utente finale, il Cliente, sappia che un agente immobiliare coscienzioso e attento, onesto e pacato, competente e diligente, preparato e aggiornato è socialmente utile. Egli è l’unico ad occuparsi contemporaneamente di una serie di competenze tra loro “slegate”, tipo la parte commerciale e negoziale, quella catastale e urbanistica e quella tecnico-giuridica, senza contare tutta la burocrazia del caso. Un agente immobiliare ha tutto l’interesse che il suo Cliente resti tale tutta la vita, perché ogni persona, sebbene venda o acquisti casa poche volte nella vita (a parte rare eccezioni), ha varie conoscenze e può capitargli che un amico o un parente vendano o acquistino un immobile. È chiaro che se conserverà un buon ricordo della sua agenzia, la consiglierà con piacere e slancio. E il lavoro dell’agenzia non avrà fine.

Se consideriamo questo il fulcro dell’interesse di un buon agente immobiliare, capiamo bene che sarà suo estremo e principale interesse comportarsi diligentemente ed in modo etico: non avrà quindi mai alcuna voglia di tradire la fiducia dei suoi Clienti o di farli trovare male nella loro transazione di acquisto o di vendita.

Di conseguenza, se il Cliente tenesse conto di tutti questi aspetti ogni volta che incontra un agente immobiliare, riconoscerebbe subito gli eventuali comportamenti “lavativi”, superficiali, frettolosi, menzonieri, ecc. dei loschi figuri prima citati e, ovviamente, gli atteggiamenti professionali -invece- degli agenti preparati e attenti.

Ciò che gioca a sfavore dell’utente finale -il Cliente- è proprio questo discriminare l’agente immobiliare tout-court, una discriminazione che non aiuta al riconoscimento di cui ho appena parlato.

Lo “slang” immobiliare

Girando in rete, come dicevo all’inizio, mi rendo conto che di siti web “pro-discriminazione”, indi prodighi di consigli sul come evitare accuratamente le agenzie immobiliari, ce ne siano molti. Proprio grazie a uno di questi ho scoperto che, secondo alcuni, esiste uno “slang” immobiliare.

Visto che mi tocca da vicino vorrei dar brevi chiarimenti: sentire un’altra campana non fa mai male.

Il dilemma

L’articolo in oggetto condanna l’utilizzo a sproposito di frasari utilizzati da alcune agenzie nelle descrizioni degli immobili quali:

  • da ristrutturare
  • luminoso o luminosissimo
  • nei pressi di…
  • occasione irripetibile
  • centralissimo
  • a venti minuti da…
  • particolare, accogliente, soleggiato, simpatico rifugio, ottimo per uso investimento, ecc. ecc. ecc. …

Vi sembrerà strano ma, se si parla di alcuni miei “colleghi” che utilizzano a sproposito detti termini, gli do tutta la ragione! Sapeste quante volte ci capitano Clienti in visita, stupiti nel trovare un immobile del tutto rispondente alla descrizione da noi pubblicizzata. Se da una parte prendo ciò ogni volta come un complimento ed una conferma del nostro buon operato, dall’altra mi rattrista sapere che esistono colleghi che hanno così tanto tempo da perdere. Ma che senso ha descrivere, ad esempio, una casa in discreto stato come se fosse una Reggia???

In ogni caso è giusto sappiate che, tra i termini elencati, ce ne sono molti aventi un senso ben preciso e perciò necessari a ben descrivere un immobile in vendita (es. ristrutturato, da ristrutturare, luminoso, a venti minuti da…, ottimo per uso investimento…) in quanto rappresentanti la realtà oggettiva della casa venduta. Diverso è il discorso per altre parole (es. occasione irripetibile, particolare, accogliente, simpatico rifugio…) che invece rispecchiano il gusto personale dell’agente che pubblicizza l’immobile. Il suo gusto, chiaramente, potrebbe non corrispondere al vostro: qui vengono in soccorso le foto della casa, quante più ce ne sono meglio sarà per voi per capire se esiste una corrispondenza di gusti. In caso contrario cambierete immobile.

Se la descrizione di un immobile che pensate interessarvi fosse piena di vezzeggiativi e termini poco rappresentanti la realtà oggettiva, forse è il caso di contattare l’agenzia chiedendo di inviarvi le foto via email. Sarà poi vostra decisione l’eventuale visita “al buio”.

La soluzione

Sapete cosa ci insegnano nei migliori corsi di formazione onde meglio comunicare con i Clienti, al fine di evitare a loro e a noi stessi inutili perdite di tempo? Fare domande! Domande cortesi ma aperte, oneste, chiare e dirette e non accontentarci della risposta, non perché l’altro sia per forza in cattiva fede, ma perché potremmo avere davanti un Cliente ancora confuso sul da farsi. Quindi domandare fino a quando le risposte non ci consentono di capire bene.

Ogni volta che un Cliente mi racconta vicissitudini del genere, risentito per la perdita di tempo di aver visitato un appartamento che si aspettava apparire tutt’altro rispetto a quanto poi visitato, io ripeto sempre la stessa cosa: con cortesia (la maleducazione non vince mai…) tempestate di domande l’agente, prima ancora di prendere l’appuntamento per visionare la casa. Ponetegliele in mille modi. Se vi sta dicendo una bugia, qualcosa lo tradirà, ma se dice la verità il suo narrare risulterà naturale.

So benissimo che c’è chi sa ben mentire. Ma saper mentire bene è un’arte e non dobbiamo mai dare per scontato di trovarci davanti ad un artista… prima di tutto gli artisti sono pochi, secondo poi ognuno di noi è tanto intelligente da capire, durante una telefonata fatta con calma, educazione e grande concentrazione nell’ascolto, se chi è dall’altra parte ci sta mentendo o meno.

Telefonate in agenzia e vi rimandano di agente in agente perché “il responsabile di quell’appartamento è occupato in altri appuntamenti” e non trovate quindi un interlocutore a cui fare le domande di cui sopra? Beh… cambiate agenzia!

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